TESTI

            

Saggio tratto da "Misurare il tempo" Artioli Modena. Di cui sono autore.

Elementi di valutazione di una pendola neoclassica.

Il più importante fattore di valutazione è costituito dalla qualità; sia della cassa che del movimento.

Tale qualità non si esprime solo con la ricchezza della decorazione o con la complessità dell’orologio, ma soprattutto con il livello di perfezione complessivo.

Individuiamo, per la cassa: l’eleganza del disegno, la bellezza e ricchezza dei decori, la qualità dei materiali, le proporzioni anatomiche, l’incisività e fluidità del cesello, l’armonia tra il od i quadranti ed il mobile, la piacevolezza e l’originalità del soggetto, ecc. E per l’orologio: la fattura del movimento, le invenzioni originali, l’esecuzione e l’eleganza degl’ingranaggi, la molteplicità delle funzioni, l’importanza del quadrante e delle lancette, ecc. Per i quadranti i più importanti sono quelli scolpiti, forniti insieme alla cassa e quelli smaltati con decori particolari.

L’ antichità dell’epoca di produzione non è in sé un valore assoluto, ma bisogna sempre rapportarlo agli altri elementi; fatta eccezione per il limite del 1830-1840, che in generale segna una reale differenza nella qualità della lavorazione e dei materiali, nell’esecuzione tecnica e nello stato di conservazione. Dopo tale data le dorature sono quasi sempre galvaniche (vedi la scheda sulle tecniche di doratura) e le fusioni più intere meno frazionate, meno curate nel cesello (vedi la scheda sulle tecniche di fusione); il che comporta una progettazione ed una manodopera di gran lunga inferiore e di conseguenza valutazioni più basse.

Lo stato di conservazione è determinante, con particolare attenzione alla completezza dei pezzi; essendo le casse composte di più elementi uniti con perni, viti e dadi, è molto comune il caso di mancanze, testimoniate dalla presenza di forellini là dove un elemento era fissato. E’ anche comune il caso in cui si sia proceduto, recentemente od in passato, ad un’integrazione con elementi impropri, provenienti da altri oggetti.

Anche l’integrità e soprattutto l’originalità dei movimenti e dei quadranti sono fondamentali.

Importanza molto minore è costituita dall’originalità dei pendoli e delle chiavi di carica, che normalmente è impossibile certificare, e di tutte le altre parti mobili od accessorie.

Lo stato di conservazione della doratura è altresì determinante. Le parti dorate devono essere pulite, la patina sull’oro non esiste si tratta solo di sporco, si dora proprio perché l’oro è incorruttibile. Soprattutto le dorature a fiamma devono risultare integre, in particolare nelle parti lavorate ed in quelle opache, meno in quelle lucide e lisce; anche perché la loro robustezza raramente ci consegna manufatti eccessivamente deteriorati.Mentre quelle galvaniche, spesso gravemente deteriorate, è meglio lasciarle in “patina” proprio perché il bronzo, avendo perso la doratura, ha acquistato un aspetto diverso dovuto alle trasformazioni del tempo. Per questo motivo spesso orologi più antichi sono conservati meglio di altri più recenti.

E’ indispensabile che un orologio sia funzionante, ma quasi sempre, se la cassa è in ordine, dopo un’adeguata revisione e pulizia il movimento risulterà marciante, al massimo necessiteranno riparazioni minime, che qualunque orologiaio esperto e volenteroso sarà in grado di effettuare.

Un elemento di valorizzazione è costituto dalla conoscenza dell’autore della cassa o del movimento, ma sempre solo in presenza di un’adeguata qualità; in antiquariato si deve comprare l’opera non la firma o l’attribuzione.

In passato la “firma” che sovente compare sul quadrante non è sempre quella dell’orologiaio o del bronzista produttori. Era il marchand-mercier (mercante-tappezziere, corrispondente a mercante-architetto-arredatore) o l’orologiaio di corte che, oltre a curarne il funzionamento, spesso provvedeva alla fornitura degli orologi facendo apporre il proprio nome. Commissionava la cassa all’artigiano che possedeva i modelli e l’orologio al costruttore di fiducia; per questo motivo orologi simili presentano casse pressoché identiche e quadranti quasi sempre differenti. Un esempio tipico è quello dei “Le Musy”, importante dinastia di orologiai di corte torinesi, che firmano molti degli orologi dei Savoia pur non avendone mai fabbricati.

La rarità degl’esemplari costituisce un’importante fattore per gli orologi più antichi, meno per quelli neoclassici. Contrariamene a quanto si ritiene oggi erano proprio i soggetti alla moda o collocati in posizioni importanti, come i saloni di rappresentanza, e quindi più visibili, che all’epoca suscitarono maggior desiderio da parte dei grandi personaggi. Conosciamo diverse repliche di soggetti famosi, sempre di ottima qualità, ed è propriamente l’importanza della committenza che ci deve guidare nella valutazione. Il mercato, soggetto alle sue mode, può conoscere alti e bassi, ma la pendola nata per un palazzo reale sarà comunque nel tempo premiata da quotazioni più alte e costanti di quella, momentaneamente in auge, costruita per una residenza di campagna o per un albergo.

Naturalmente bisogna sempre tenere in particolare considerazione quei pezzi di eccezionale valore storico, provenienti da importanti collezioni. La presenza in musei e palazzi storici e la pubblicazione in testi importanti di modelli simili ha rilievo nella valutazione, perché certifica con maggiore sicurezza l’originalità e la storia dell’oggetto.

Da ultimo rileviamo che oggi tali opere sono spesso pagate molto meno in confronto a quando furono prodotte.