Scheda di approfondimento.

 

Olio su carta applicato dall’artista su tela.

Firmato in basso a destra Veres Zoltan (1868-1935) e datato 1899.

Cornice originale

 

Opere di questo artista sono esposte al museo nazionale di Budapest. Partecipò all’esposizione nazionale di Parigi del 1900 e si aggiudicò la medaglia di bronzo.

Il dipinto appare quasi monocromo, giocato sui colori tenui della terra e del bosco; in realtà sono molteplici le tonalità utilizzate, ma tutto è finalizzato a rendere la scena sognante e magica. Effetto accentuato dalla cornice chiara, virtuosisticamente eseguita rivestendo di carta dei tronchi e dipingendoli a finta betulla, in modo da aumentare l’effetto di favola irreale. Il segno è vigoroso e dinamico senza errori od esitazioni, illuminato da veloci e precisi tocchi di colore madreperlaceo, che ravvivano piacevolmente la scena. L’autore ha saputo trasmetterci l’ebbrezza propria dei riti dionisiaci, senza ricorrere a bevande inebrianti ed a nudi muliebri. Fauni e fanciulli si esaltano con il latte, la bevanda più pura ed innocua, in un groviglio di corpi, in cui ogni figura è però perfettamente delineata e caratterizzata. L’osservatore resta ammaliato e trascinato in questa atmosfera, che risulta essere l’esatto contrario del tradizionale scenario orgiastico. Contemporaneamente il dipinto ci inquieta ad un livello inconscio; ed ecco che si palesa il più profondo intento allegorico, rappresentare la fine dell’umanità e sua la trasformazione bestiale. La lettura della storia da sinistra a destra mostra con la fine del secolo, il quadro è datato 1899, l’avvento dell’inverno, passando da un paesaggio tardo autunnale ad uno invernale; da un albero ancora provvisto di foglie poggiato su un terreno con erba ad uno completamente spoglio su di un terreno brullo. Parimenti procede la perdita dei connotati umani e se all’inizio un bimbo-bimba rappresenta l’uomo, via via restano sulla scena solo dei satiri con espressioni sempre più animalesche. Per contro gli animali paiono acquistare umanità ed alla fine trionfano sugli uomini-bestie, passando da oggetto di gioco tormentoso ad un atteggiamento dominante, ma benevolo e quasi affettuoso. Il quadro è trapezoidale e si restringe leggermente da destra a sinistra, obbligando l’occhio alla stessa lettura, come in una striscia di fumetto. In conclusione siamo di fronte ad un’opera colta, pregna di significati simbolici, nata da uno studio attento, che ci consegna molti degli stimoli e del sentire fin de siecle; trasmettendoci l’inquietudine ed il timore, che si provava per un secolo a venire pieno di incertezze. Riesce a farci sentire che la belle-epoque era davvero finita.

 

 

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