SCHEDE TECNICHE

Queste schede tecniche d’antiquariato sono state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro

per la rubrica mensile edita sulla rivista “L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non riportate.

Si ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte presso il

Tribunale di Bologna www.perito-arte-antiquariato.it

La scheda è stata curata dalla prof.ssa Gaia Santoro

Il Presepe

L'origine del termine, deriva dal latino praesepium o praesaepe, ovvero: greppia, mangiatoia, stalla, ogni recinto chiuso. Il termine è formato da "prae", davanti e “saepire”, cingere (derivato di "saeps”, “saepis”, ossia siepe), per cui significa "dinanzi al recinto" o alla greppia, in senso lato davanti alla stalla.

Il Presepe è la rappresentazione tridimensionale e scenica della Natività divina, in ogni esempio d’arte plastica o figurativa. Foto 1.

La tradizione di raffigurare gli antenati in ambito domestico è consacrata nella Roma classica con il culto dei Lares familiares; Le famiglie romane tradizionali possedevano almeno una figura protettiva di Lares, ospitata in un santuario insieme alle immagini dei Penati della famiglia. Erano messe a tavola durante i pasti e i banchetti in famiglia. Erano testimoni divini in importanti occasioni familiari, come matrimoni, nascite e adozioni, statuette poste vicino al focolare a protezione della casa, la cui festa si svolgeva in dicembre. Accanto ad esse erano spesso poste statuine raffiguranti divinità, come Mitra festeggiata il 25 dicembre, giorno ritenuto data della sua nascita appunto in una grotta (che rappresenterebbe il cosmo). Foto 2. In molte catacombe troviamo raffigurazioni della Natività. In Italia, il culto cristiano delle statue si diffuse dopo che l’imperatore d'Oriente Leone III (675 – 741), che combatteva il culto delle immagini sacre, allontanò i monaci dell'ordine di San Basilio e gli artigiani che costruivano queste statue. Essi si stabilirono inizialmente a Napoli nella zona di San Gregorio Armeno. Tranne la Sacra Famiglia il restante delle raffigurazioni presepiali deriva dai Vangeli apocrifi, essendo solo vagamente descritte in quelli canonici. Ad esempio i Magi erano tre sacerdoti persiani, Gaspar, Melkon e Balthasar (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre); sapienti, sacerdoti-re, appresi dal vangelo apocrifo armeno.  Il numero di tre fu stabilito da San Leone Magno (390-461), come raffigurazione sia delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia, sia delle tre stirpi umane: i semiti (Arabi, Ebrei e Cananeo-Fenici rappresentati dal re giovane), i giapetidi (gli europei, rappresentati dal re maturo) e i camiti (i neri, rappresentati dal re anziano moro). I doni dei Magi sono riferiti alla duplice natura di Gesù: incenso, per quella divina, mirra, per quella umana e oro per indicarlo quale re dei re. Foto 3. Origene (Alessandria 185-254) ci ha tramandato la presenza del bue e dell’asinello, assenti nei vangeli. Dal XII secolo, per confermare l’origine divina di Cristo, la Madonna e Giuseppe sono posti in adorazione del figliolo e spariscono le figure riferentesi a un’origine terrena, come la levatrice. Il Concilio di Trento (1545-1563), invitò a realizzare il Presepe nelle case, con piccole statuine o cappelle in miniatura, come mezzo di diffusione della fede. Ne conseguì ad esempio, l’istituzione a Bologna della fiera di Santa Lucia, XVI secolo, mercato in cui erano esposte le statuine realizzate dagli artigiani locali; tuttora tenuto per Natale. Foto 4.  Sempre dopo il Concilio nacquero le tradizioni artistiche del Presepe: napoletano con statuine modellate in terracotta e vestite con tessuti, genovese in legno, carta o ceramica, bolognese con statuine interamente in terracotta, ecc. Altro effetto, dovuto soprattutto a San Gaetano da Tiene, ritenuto il vero inventore del presepe moderno, fu l’aggiunta di altri elementi quali: angeli, la stella cometa, i magi a cavallo, pastori e agnelli, mandriani, lavandaie, fabbri, fornai, calzolai, pescatori, musici, taglialegna, botteghe, taverne e ogni altro mestiere. I personaggi e i loro costumi appartenengono sia al mondo antico, sia a quello contemporaneo, senza rispetto storico; rendendo il Presepe assolutamente atemporale. Foto 5. L’introduzione di elementi commestibili, culinari, denota, da parte del popolo, l’aspirazione e soprattutto l’auspicio ad un futuro di maggior prosperità. Foto 6. Furono soprattutto i Gesuiti ad utilizzare il Presepe quale strumento di evangelizzazione. Molti sono sopravvissuti, anche se spesso incompleti, nelle varie chiese. Dalla metà del XVI secolo le figurine sono anche prodotte con manichini snodabili, più facilmente adattabili alle varie posizioni. Tra Sei e Settecento partendo da Napoli e Genova il Presepe conquista le dimore patrizie e quelle dell’alta borghesia, spesso montato e smontato di anno in anno. Foto 7. Il Presepe Rococò, cominciando da Napoli, realizza solo le teste e gli arti in legno, divenendo Cortese, cioè sempre più profano e rispecchiante le mode di corte.  Dal Settecento le statuine abbandonano le grandi dimensioni e sono prodotte alte circa 40 cm (dette terzine); sempre in legno con arti di fili di ferro e stoppa, che consentono le varie posizione. I vestiti sono confezionati con stoffe, con monili e gli strumenti di lavoro propri dei vari mestieri. Nel corso del secolo si iniziano a costruire anche Presepi con parti in movimento. Con l’Illuminismo si assiste a una sua generale rarefazione. Il Romanticismo impose maggiore semplicità. Nell’Ottocento le statuine conquistano il popolo riducendo le dimensioni ai 20 centimetri e realizzate, senza vestimenti, in gesso o terracotta, con minor qualità, ma più economiche. Foto 8. In Puglia, sempre dal XIX secolo, inizia la produzione in cartapesta. Nel palermitano e nel siracusano, grazie alla fiorente apicoltura, fin dal XVII secolo si realizzano statuette in cera dei Gesù e poi di interi Presepi, con vestiti e addobbi molto ricchi. Nel trapanese sono prodotti i Presepi più ricchi, dapprima con soli coralli, poi con argento, avorio, gemme e smalti; contenuti sotto campane di vetro, le Scarabattole. Foto 9.

All’estero il Presepe è introdotto dai Gesuiti. In Francia chiamato Crèche, probabilmente in omaggio a quello di San Francesco realizzato a Greccio con figuranti, nel Natale del 1223, ritenuto non del tutto correttamente il primo Presepe. Oltralpe dal Settecento con l’avvento delle statuette provenzali, realizzate in legno e con il viso e le mani di cera o terracotta aumenta la sua diffusione; ma è solo con la presentazione alla fiera del 1803 delle statuine in argilla cruda prodotte a basso costo con stampi di gesso, che ne comincia una generale utilizzo (solo il bambino era realizzato interamente in cera, ad indicarne la natura divina). Foto 10. In Portogallo diventa popolare nel Settecento, realizzato con la creta cavata a Mafra, vicino Lisbona. In Russia è chiamato Wertep, in Ungheria Betlemme. Usanza diffusa in Nord Europa è quella del Presepe mobile, evocazione della ricerca di alloggio da parte di Giuseppe e Maria. In America fu portato fin dai primi emigranti, e spesso assunse connotati locali, come il manuelito il bambinello brasiliano spesso con la pelle scura, o la presenza di elementi magici indigeni. Il Presepe si è diffuso in ogni parte del mondo. Foto 11.  La tendenza a caratterizzazioni popolari è propria di ogni paese, dalle statue legate all’attualità a quelle riprendenti le maschere locali, dalle ambientazioni legate al territorio o al clima, alle diversificazioni delle arti e dei mestieri raffigurati.

Piccolo glossario.

Accademia, pastore interamente realizzato in terracotta e poi dipinto. Fiscella, cestello di vimini o giunco per fare la ricotta. Georgiana, donna proveniente dalla Georgia, parte del corteo dei Magi. Veste la giornea e brache seriche. Giornea, antica casacca militare, che copriva il petto e il dorso. In seguito adottata, soprattutto per cavalcare, anche dai civili, donne e bambini. Mezza accademia, uomini di fatica, raffigurati nudi fino alla cintola. Mezzo carattere, pastore ne povero ne ricco, borghese. Ormesino (ormisino, ermisino), tessuto di seta cangiante per confezionare abiti femminili. Palandrana, veste da uomo ampia e lunga. Pañuello de cabeza, panno per trattenere il sudore, sotto il cappello o il berretto. Pastrano, lungo soprabito maschile, anticamente militare. Samaritana, donna proveniente dalla Samaria, corteo dei Magi. Spasella, cesto dai bordi bassi per mostrare frutta, formaggi, pesci, pani, ecc.

 RITORNA ALLA HOMEPAGE