SCHEDE TECNICHE

Queste schede tecniche d’antiquariato sono state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro

per la rubrica mensile edita sulla rivista “L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non riportate.

Si ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte presso il

 

Tribunale di Bologna www.perito-arte-antiquariato.it

 

 

 

Questa scheda è stata redatta dalla professoressa Gaia Santoro.

I supporti delle pitture.

In arte il termine supporto è utilizzato per indicare la natura della materia su cui viene eseguito una pittura.

 

I primi supporti furono quelli rupestri utilizzati dai Neanderthal. In Spagna sono state rinvenute nella grotta, la Cueva de los Aviones di Cartagena, le conchiglie usate per mescolare i colori, risalenti a 115 mila anni fa, che conservano tracce degli ossidi di ferro con cui si realizzava l’ocra. Il disegno più antico risale a 73.000 anni fa, un motivo astratto che è stato scoperto in una grotta a circa 300 km da Città del Capo, in Sudafrica, su una roccia piatta che componeva le pareti della Blombos Cave, abitata in vari momenti dell'Età della Pietra da 100 mila anni. Foto 1. Sulle pareti di alcune caverne dell'isola di Sulawesi, in Indonesia sono stati trovati disegni rupestri risalenti a 40.000 anni fa, a testimonianza della loro diffusione in varie aree del mondo. Nell’antichità furono utilizzati tutti i supporti naturali disponibili, dalla pietra alla corteccia d’albero. Oltre alla pittura parietale, a quella su legno e a quella su ceramica, uno dei supporti più antichi è il papiro, che si ricavava da pezzi di stelo, la cui lunghezza determinava l’altezza del manufatto. Dallo stelo si separava la corteccia dalla parte morbida interna, di cui si tagliavano per il lungo delle sottili striscioline, che erano poste una accanto all’altra leggermente accavallate e appoggiate su una superficie dura e bagnata con acqua del Nilo. Un secondo strato era poi sovrapposto perpendicolarmente al primo, per poter essere pressati assieme con un torchio e lasciati ad essiccare. Un certo numero di fogli veniva incollato l’uno all’altro con colla di farina per formare lunghe strisce, che si arrotolavano a formare il rotolo di papiro.  La data dell’invenzione del papiro è ignota e i primi reperti datano dal IV millennio a.C. Foto 2. Oltre al papiro veniva usata come supporto anche la “pergamena”, ricavata da pelli ovine e bovine. Il nome deriva da Pergamo dove tale materiale ebbe particolare diffusione, a seguito della proibizione egiziana dell’esportazione del papiro. A partire dalla tarda antichità la pergamena si sostituì a poco a poco al papiro sopravvivendo sino ad oggi. Foto 3. Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia afferma categorico: “Non c’è gloria se non per i pittori che hanno dipinto su tavola” (N.H. XXXV, 118). Due le tecniche utilizzate nella pittura su tavola nel mondo antico: la tempera (a base di sostanze proteiche come uovo, colle, caseina ecc.) e l’encausto (cera d’api mescolata con pigmenti). Gli unici esempi di dipinti antichi, eseguiti a encausto, giunti sino a noi, sono i famosi ritratti funerari del Fayyum. Si tratta di tavole, datate tra il I e III-IV sec. d.C., posate sul volto delle mummie per raffigurare le sembianze del defunto. Foto 4.

Nella pittura su tavola il supporto è costituito da una o più tavole lignee unite fra loro, ben stagionate, scelte accuratamente in modo da evitare imbarcamenti e rinforzate posteriormente da traverse in legno.  Importantissimo era il tipo di taglio delle assi (mediano e/o radiale) per garantire la conservazione nel tempo del dipinto e prevenirne l’imbarcamento. Le assi erano unite tra loro con colle e per rafforzarne le giunture potevano essere inseriti nello spessore perni lignei. La colla utilizzata era di natura proteica: sostanze di derivazione animale o caseinato di calcio (collante conosciuto sin dall’antichità). L’essenza più utilizzata in Italia era il pioppo, ma la scelta dipendeva anche dalle disponibilità economiche della committenza, che poteva richiederla più pregiata di quella abitualmente utilizzato dalla bottega. Foto 5. Sulle tavole, al fine di impermeabilizzare e rendere uniforme la superfice su cui dipingere, è spalmata la preparazione, strato grossolano e ruvido, su cui poi è stesa l’imprimitura, strato liscio e fine. A seconda Delle componenti della preparazione distinguiamo due aree geografiche Quella mediterranea costituita dall’Italia, dalla Spagna e dalla Provenza, che utilizzava il gesso grosso (solfato di calcio), e quella settentrionale costituita dai Paesi Bassi, dall’Inghilterra, dalla Germania e dal Nord della Francia, che utilizzava la creta bianca (carbonato di calcio). In area mediterranea tra il XIII ed il XVI secolo si era soliti ricoprire le tavole con strisce di lino vecchio, o anche di canapa, prima di stendere la preparazione; nel corso del XIV secolo si era ricorsi anche alla pergamena. La tavola è stata via via sostituita dalla tela, che generalmente si ritiene sia stata introdotta nel XV secolo nell’Europa del Nord, ma fonti storiche dimostrano che il suo utilizzo sia molto più antico. Fino alla fine del Medioevo l’impiego di questo supporto fu del tutto marginale, circoscritto soprattutto alla produzione di gonfaloni e stendardi processionali, commissionati anche a grandi artisti. Foto 6-7. Anche per la tela si deve procedere a stendere una preparazione, che deve essere molto meno spessa che sulle tavole per lasciarle elasticità. Soprattutto in epoca neoclassica si poteva incollare sulla tela un foglio di carta, per ottenere una superfice perfettamente liscia. Altro supporto comunemente impiegato è quello metallico, principalmente di rame. La lastra era ottenuta: per battitura, che nonostante la meticolosità dell’artigiano produce comunque tracce, soprattutto nello spessore, che risulta non uniforme e per laminazione dal’500, passando la lastra tra due rulli, che in questo caso creano uno spessore molto più uniforme. Oltre agli smalti medioevali la pittura su rame è già menzionata nel manoscritto di Lucca dell’VIII secolo, ma si diffonde principalmente dal ‘500. Molto utilizzata in Italia e Germania dove La qualità delle lastre era superiore. Foto 8. Altro supporto è il cuoio, detto anche cuore d’oro per la presenza di foglia d’oro, utilizzato per la realizzazione di tappezzerie, paliotti, dorsi di sedili, ecc. i cui principali centri di produzione furono la Spagna e soprattutto Venezia. Foto 9.

Su carta, cartoncino o cartone si dipinge prevalentemente ad acquarello, tempera o inchiostro.

Dalla metà dell’Ottocento si utilizzano anche pannelli di compensato; dal 1924 la masonite, inventata in America, e dal 1938 un prodotto similare la faesite, inventata in Italia, entrambe sono composte da fibre di legno pressato.

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