SCHEDE TECNICHE

SCHEDE TECNICHE

Queste schede tecniche d’antiquariato sono state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro

per la rubrica mensile edita sulla rivista “L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non riportate.

Si ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte presso il

 

Tribunale di Bologna www.perito-arte-antiquariato.it

 

Gli stipi. Denominati anche cabinet o monetieri.

Gli stipi nell’Antichità furono impiegati per svariati usi. I reperti più antichi sono quelli rinvenuti in alcune tombe egizie, dove facevano parte dei corredi funerari, con la funzione di replicare la vita quotidiana anche dopo la morte. Un esempio è quello conservato al museo egizio di Torino, destinato a contenere statuette.  Erano eseguiti in legno e la deperibilità dei materiali non ne ha favorito la conservazione, come nel caso degli arredi romani di cui ci restano solo testimonianze negli affreschi pompeiani, come quelli della casa dei Vetii. Dagli studioli tardo medievali, piccoli armadi formati da battenti e da elementi laterali suddivisi in cassetti, si originò nel tardo Rinascimento, posto su di un tavolino per scrivere, lo stipo.

Dopo il 400’ anche Il cassone, in cui erano contenuti la maggioranza dei beni mobili, evolse in diversi tipi di arredo tra cui lo stipo. Con l'aumento delle esplorazioni geografiche e la scoperta di nuovi territori e popoli, giunsero in Europa un enorme numero di oggetti e di curiosità, che collezionati da proprietari facoltosi richiesero di essere collocati in contenitori adeguati. Lo Stipo derivato da arredi arabi, soprattutto persiani, si diffuse dapprima in Spagna, dove è chiamato Bargueño, di poi in Germania e nei Paesi Bassi e infine anche in Italia. Generalmente esso è costituito da un mobile di forma a parallelepipedo provvisto di uno sportello ribaltabile dietro cui sono celati diversi cassetti e antine, a volte il piano superiore è anch'esso ribaltabile. Tale arredo è generalmente collocato su un tavolo appositamente eseguito per sostenerlo. La forma è di norma architettonica fino ad assumere quella di veri e propri palazzi ornati da colonne, frontoni e timpani, su cui spesso sono collocate statue. Possono essere composti in un unico mobile o appoggiati indipendenti con propri piedi. Con il 500’ il Rinascimento si appassionò alle scienze e alle Arti; all’interno dello stipo trovarono posto anche intere collezioni di medaglie e monete. Le linee e la decorazione diventarono sempre più elaborate arricchendosi di vere e proprie opere d'arte. Spesso la funzione decorativa superò quella meramente utilitaria. Essi diventarono veri e propri capolavori di ebanisteria destinati a stupire, secondo i dettami dell'ideale manierista. L’ebanisteria raggiunse livelli mai più superati. L’ebano e l'avorio inciso e decorato furono i materiali più spesso utilizzati.  Tale contrasto fu favorito dalla moda imperante di abbigliarsi con vestiti neri e bianchi adottata principalmente dagli spagnoli e quindi diffusasi in tutta Europa. I materiali impiegati sono i più vari: la tartaruga, i bronzi dorati, il cuoio principalmente utilizzato a Venezia nella tecnica dei cuori d’oro, ma anche il vetro eglomizzato, tecnica consistente nel dipingere il vetro sul retro e ricoprire il tutto con una foglia d’oro. In Italia assunse particolare importanza l'intarsio a commesso in pietre dure, realizzato principalmente dell'opificio rinascimentale delle pietre dure di Firenze. Nel 600 si diffuse in area genovese la decorazione a bambocci. A volte le cornici dei cassetti sono sporgenti per poterli estrarre ed evitare di mettere un pomello, che potrebbe deturparne l’ornamentazione. Non è raro che all'interno degli sportelli o all'esterno delle stesse ante, siano collocati degli specchi, con funzioni decorative simili a quelle dei dipinti. Così come, oltre che coi dipinti, si cerca di ottenere effetti di trompe l'oeil servendosi di intarsi e di intagli del legno. Negli esemplari più sontuosi possono essere stati impiegati veri e propri dipinti di artisti rinomati. La decorazione può addirittura essere stata eseguita in oro. Gli stipi sono stati prodotti in ogni dimensione da quelli più piccoli portatili a quelli monumentali dedicati ad essere l'arredo principale di importanti saloni. Il fusto è stato eseguito con diverse tipologie di legni a seconda della regione di produzione: abete, rovere o anche noce. Lo stipo fu apprezzato in ogni epoca è ripreso in particolare nell'Ottocento.

Non bisogna incorrere nell’errore piuttosto comune di considerare stipi altri generi di mobili, quali: armadietti, scansie, scrittoi, scrigni, ecc. Dalla fine del 600’ un altro arredo sontuoso il trumeau acquistò in parte le funzioni dello stipo, senza tuttavia determinare la scomparsa di questo arredo. Lo stipo non è un arredo solo europeo, ma diversi esemplari sono stati prodotti anche in Oriente.

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