SCHEDE TECNICHE

Queste schede tecniche d’antiquariato sono state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro

per la rubrica mensile edita sulla rivista “L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non riportate.

Si ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte presso il

Tribunale di Bologna www.perito-arte-antiquariato.it

 

Mitologia, allegorie: greco-romane. Seconda parte.

Come nella scheda precedente affrontiamo il tema fondamentale nell’arte della mitologia. Forniamo delle veloci indicazioni sia per identificare di quale personaggio si tratta, ma soprattutto sul suo aspetto e sugli attributi, che gli sono più comuni, in modo da poter verificare se nel manufatto non vi siano state sostituzioni. Nelle fusioni di bronzo antiche, sia di statue autonome, che di quelle poste a decoro di orologi, specchiere, ecc. spesso tali accessori erano fusi a parte e fissati con dadi e viti. Durante le varie vicissitudini, facilmente si potevano allentare tali viti, con la perdita di pezzi. Testimoniano tali mancanze la presenza di fori. Sovente la perdita è stata camuffata con la sostituzione di quanto mancante con elementi recuperati da altri soggetti. Raramente ciò è avvenuto con la stessa tipologia originale. Quando un accessorio non è congruo, è stato sicuramente sostituito.

Divinità specificatamente romane.

Giano: raffigurato vestito, bifronte; protettore delle abitazioni, delle porte delle città, dei confini.

Saturno-Crono: vestito. Saturno divinità laboriosa, porta un falcetto ed una spiga di grano; confuso spesso con Crono, padre di Giove e marito di Rea, dio alato del tempo, che porta una falce ed una clessidra (Molto presente sulle pendole Luigi XIV ricordiamo il Saturno di Goya al Prado, raffigurato, mentre divora i figli.).

Vesta: vestita, protettrice dello stato; accudita dalle Vestali, sacerdotesse votate alla castità. Appare in piedi o seduta sempre composta e serena.

Eroi e Titani.

Antigone: vestita. Figlia di Edipo e di Giocasta; condannata a morte è raffigurata inginocchiata, mentre implora il padre. Oppure trasformata in cicogna da Era gelosa della bellezza dei suoi capelli.

Atlante: nudo; condannato da Zeus a sostenere sulle spalle la volta del cielo. Raffigurato con sulle spalle un globo. (Vedi la statua del Museo di Napoli).

Bellerofonte: gli fu donato Pegaso grazie al quale riuscì in numerose imprese. Morì disarcionato da Giove, quando tentò di conquistare l’Olimpo.

Edipo: tra le sue imprese l’uccisione della Sfinge, che uccideva chi non rispondeva al suo famoso enigma (quale animale cammina a quattro zampe da giovane, a due da adulto, a tre da anziano? L’uomo). (La sfinge greca contrariamente a quella egizia ha testa di donna e porta le ali).

Ercole-Eracle: nudo; sposo di Ebe. Famose le sue dodici fatiche. 1) La lotta contro il leone di Nemea. Dopo averlo strangolato ne indossò la pelle. 2) L’uccisione dell’idra di Lerna. Serpente a sette teste 3) la cattura del cinghiale di Erimanto. 4) La cattura della cerva di Cerinea, sacra ad Artemide. 5) la sconfitta degli uccelli di Stinfalo. 6) Il furto del cinto di Ippolita, regina delle amazzoni. 7) Ripulimento delle stalle di Augia. 8) la cattura del toro di Creta. 9) la cattura delle cavalle di Diomede. 10) Il furto dei buoi di Gerione. Durante questa impresa egli divise i monti Abila e Callipe e vi piantò in mezzo due colonne (le colonne dello stretto di Gibilterra) 11) la conquista dei tre pomi aurei delle Esperidi. 12) La cattura di Cerbero. Ercole è raffigurato con testa piccola, corpo da gigante, nudo o con indosso la pelle di leone; porta sempre la clava. (Famoso l’Ercole Farnese del Museo nazionale di Napoli. Rinvenuto alle terme di Caracala).

Giasone: nudo; famosa l’impresa degli Argonauti per la conquista del vello d’oro (comunemente Toson d’oro, che era la pelle della capra Amaltea), per la cui riuscita Giasone, aiutato da Medea, uccise il dragone che ne era posto a difesa.

Orfeo: vestito. Sposo di Euridice; il miglior citaredo dell’antichità e per questo prediletto d’Apollo, che insieme a Mercurio gli donarono la cetra. Ricordiamo il mito di Orfeo ed Euridice sua sposa; in cui per strapparla all’Ade egli con il suo canto riuscì a commuovere perfino gli dei infernali.      

Perseo: figlio di Giove e di Danae; uccisore della Medusa-Gorgone, il cui sguardo aveva il potere di pietrificare. La testa della Medusa appare spesso in arte, poiché si riteneva allontanasse le sventure. (famosa la Medusa Rondinini, alla gipsoteca di Monaco. Utilizzata per molti pendoli figurati, posta su una raggiera sostituisce, dopo la Rivoluzione, il volto di Apollo, che simboleggiava la monarchia (re-sole). Perseo monta Pegaso, il cavallo alato nato dal sangue della Medusa.

Priamo: re troiano; raffigurato spesso mentre prega Achille di restituirgli il corpo del figlio Ettore.

Prometeo: uno dei Titani. Creò dal fango l’uomo e gli donò il fuoco, dopo averlo rubato a Giove, e da questi, per averlo ingannato, fu condannato ad essere incatenato ad una rupe ove un’aquila gli mangiava il fegato, che eternamente gli ricresceva.

Psiche: sposa di Amore-Cupido; spesso raffigurata con le ali di farfalla e fra le mani un cofanetto di gioielli (allusione al cofanetto di Persefone, che ella curiosa aprì, cadendo per questo in un sonno interminabile, causato dai vapori stigi in esso contenuti) od una lucerna (da ella usata per scorgere il volto di Amore addormentato). Essendo uno dei miti più belli dell’antichità fu tra i più rappresentati in molteplici versioni.    

Arpia: mostro alato con corpo di uccello e testa di donna.

Chimera: mostro con testa di leone, corpo di capra e coda di drago.

Fauno: divinità campestre con piede caprino.

Galatea: Nereide, dalle bianche membra, rappresentata nuda; amante di Polifemo.

Le tre Grazie-Cariti: nude o vestite. Figlie di Giove e di Eunimone: Aglalia, Eufrosine e Talia. Divinità portatrici delle gioie della vita; raffigurate mentre danzano abbracciate. (Famose quelle eseguite da Canova)

Moire-Parche: vestite. Figlie della Notte; divinità del destino: Cloto regge il gomitolo, Lachesi il fuso e Atropo taglia il filo della vita.                                                    

Nereidi: divinità marine; su delfini o cavalli marini (vedi la statua della galleria degli Ufizi a Firenze). Tetide ne dirige il coro. Formano il corteo di Venere, di Diana e d’Anfitrite.

Ninfe: divinità della natura, Naiadi, Oreadi, Driadi; fanno parte dei cortei di Bacco e di Venere.

Sirene: le muse del mare; in antico avevano la parte superiore di donna e l’inferiore d’uccello, poi di pesce. Ricordiamo tra di loro Partenope, che diede il nome a Napoli.

Tritone: figlio di Poseidone e Anfitrite; dapprima considerata un’unica divinità, più tardi diventano diversi Tritoni. Con busto d’uomo, parte inferiore di pesce, al posto delle braccia zampe di cavallo (vedi il gruppo al Museo Vaticano). Suonano una conchiglia marina; accompagnano il carro d’Anfitrite.

Zefiro: uno dei quattro venti. Raffigurato nudo con fiori e ghirlande; rappresenta il vento di ponente,  dolce e benevolo. Condusse a riva Venere ed elevò Psiche al palazzo d’oro dove stava Amore.          

 

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