ARTE e
ANTIQUARIATO
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Scheda di approfondimento.
Adorazione del
vitello d’Oro“.
Luca Ferrari (Reggio Emilia 1605 – 1654).
Misure: tela cm 50x42, con cornice cm 61x51.
Siamo
probabilmente di fronte a un bozzetto preparatorio per un affresco ottagonale a
soffitto. Il dipinto è stato foderato negli anni 90’,
in seguito ad alcune cadute di colore,
per garantire una tenuta ottimale dello strato pittorico. Il telaio è originale.
Particolare e molto apprezzabile la cornice.
Proveniente
da una collezione privata di una famiglia patrizia bolognese.
Luca Ferrari nel 1627 lavora nella bottega
di Ludovico Tiarini a Modena, è
al servizio della corte modenese, ne risulta infatti
stipendiato nel 1627 come aiutante pittore
di Alessandro Tiarini. Nel 1637 è associato alla Fraglia
pittorica padovana. Il primo soggiorno a Padova dura circa un decennio
(1634-1644), nel corso del quale egli da un lato si accosta all'opera di Paolo
Veronese e Francesco Maffei, dall'altro introduce nel Veneto il gusto
narrativo, il naturalismo attento e preciso della pittura emiliana. Dopo alcuni
anni trascorsi a Reggio Emilia per completare la decorazione ad affresco della
Basilica di Santa Maria della Ghiara (1643-1648),
torna a Padova; nel 1650 realizza gli affreschi della villa Selvatico a
Battaglia Terme, con episodi della vita di Antenore,
mentre negli anni successivi dipinge, con i Misteri del Rosario, sette scomparti nel
soffitto della chiesa padovana di S. Tommaso Cantauriense.
Fu
un abile decoratore dalla forte vena narrativa e dalla tavolozza quasi veneziana,
egli è considerato il più significativo testimone dei rapporti, che nel
Seicento sono intercorsi fra la pittura veneta e quella emiliana.
Si occupò
per tutto l'arco della sua attività a una progressiva trasformazione dei
soggetti in rappresentazioni sontuose, piacevoli e allusive. l'artista impiegò
nel miglior periodo della sua produzione, i suoi mezzi espressivi più felici e
più sciolti, nell'impostazione della figura, nell'uso della luce e in quel tono poetico e arioso di
una grande felicità nella sintesi, di pienezza formale e sfarzosa fastosità dei
costumi, resi con colori brillanti, di gusto veneto; portando a perfezione il sapere
scenografico e prospettico della tradizione emiliana.
La
sperimentata capacità narrativa dell'artista rivela in questa piccola
opera un’abile impostazione scenografica,
grazie a figure in azione spinte in primo piano e a una rappresentazione della profondità
data dalla disposizione delle figure per piani paralleli, disposti
in orizzontale, liberi da architetture, su sfondo di cielo aperto. In questo
dipinto egli sembra trasportato verso una maggiore ricerca di espressività,
rinunziando agli effetti di una più ricercata
eleganza, per aumentare la valenza drammatica dei soggetti,
con figure in una prospettiva vista in parte di sottinsù, con luci e ombre
fortemente contrastate e scorci rapidi.
Le
caratteristiche, che riscontriamo nelle espressioni dei volti, nella movenza
dei panneggi e nei colori: dal rosa
fucsia, al verde e alle varianti dei viola, attribuiscono il dipinto come opera dell’artista
Luca Ferrari.
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