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Scheda di approfondimento.

 

"Madonna con bambino, San. Giovannino e Sant'Anna"

Misure cm: 39x31, con cornice 58x50.

Scuola Emiliana della prima metà del XVII secolo. Seguace del Badalocchio (Sisto Badalocchio, Modena 1585 - Parma 1621 circa)

Olio su Tela. Rintelato.

Cornice coeva.

 

Il dipinto in esame è molto interessante e vi s'individuano forti affinità con soluzioni già viste nell'ambito di Annibale Carracci (Badalocchio, Schedoni, Tacconi).

Questo dipinto è chiaramente una derivazione da Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609) e precisamente dal modello (assai noto e inciso a stampa, a partire dalla metà del Seicento) oggi presente nella Galleria degli Uffizi di Firenze (olio su rame, 25,5 x 19,5) "Madonna con Bambino e San Giovannino" (pittura, 1596 ca. - 1597 ca.). In questo dipinto la composizione è allargata con il completamento della figura di San Giovannino, l'aggiunta di Sant'Anna e, nel primo piano, dei coniglietti sulla destra e della croce sulla sinistra.

È stato eseguito in un periodo successivo a quello del Carracci ed è collocabile nella prima metà del XVII secolo. Il completamento della figura di San Giovannino evidenzia una peggiore esecuzione rispetto al modello originale.

Dopo attente osservazioni si evidenziano collegamenti con le opere di Sisto Badalocchio. La figura della Madonna, il profilo del volto, la disposizione dei capelli, i colori della veste e del mantello appoggiato sulla spalla, l'intenso chiaro scuro della S. Anna, le fronde degli alberi e in particolare la presenza di un tronco spoglio (elemento che caratterizza spesso le sue opere), queste analogie ci rimandano ad alcuni suoi dipinti:

"Beata Vergine con i Santi Benedetto e Quirino", olio su tavola cm. 243x162 (Museè de Beaux-Art, Lion),

"Il riposo durante la fuga in Egitto " cm. 47x62,5, opera posta in vendita all'asta della Sotheby's a Londra il 10-07-2002. (di cui si allegano fotocopie).

Questo dipinto mostra le caratteristiche legate alla pittura dei Carracci con influenze parmensi, di chi ha studiato la maniera del Parmigianino. Esaminando l'espressione degli occhi e le modalità di esecuzione della figura del Bambino Gesù e in particolare l'impostazione del viso e dei riccioli dei capelli, la presenza dei coniglietti sul lato destro del quadro, ci ricordano "La Circoncisione" (olio su tavola cm 42x31, Detroit Istitute of Art.) opera giovanile del Parmigianino. Il Parmigianino lavora a Bologna dal 1527 al 1530.

Alcune caratteristiche formali ed elementi di cultura emiliana ci consentono di collocare la tela nell'ambito dei seguaci dei Carracci.

Queste osservazioni sono collegate al fatto che il dipinto in esame è collocabile in un contesto di scuola emiliana carraccesca con influenze di scuola parmense.

La composizione coniuga le due scuole. Si può così più comprensibilmente collocare l'opera in esame nella bottega del Badalocchio ed eseguita da un suo seguace.

Nota Storica.

Sisto Badalocchio (Modena 1585 - Parma 1621 circa) è stato a lungo trascurato dalla critica. Molti quadri da lui dipinti sono stati attribuiti fin dal XVIII secolo agli altri pittori della cerchia Carraccesca. Il pittore si forma inizialmente, secondo il Malvasia, a Bologna nell'Accademia dei Carracci. Lavora a Parma dal 1600 al 1602, assieme a Lanfranco (Giovanni Gaspare Lanfranco, Parma 1582- Roma 1647), sotto la direzione di Agostino Carracci (Bologna, 16 agosto 1557 – Parma, 22 marzo 1602), che era stato chiamato a Parma da Ranuccio Farnese. Poco dopo sfortunatamente Agostino muore, lasciando la città in un clima artistico momentaneamente statico. Ranuccio manda Sisto e Lanfranco nel fecondo ambiente romano per completare gli studi accanto ad Annibale Carracci (Mancini 1956 pag. 247). Sisto lavorerà a Roma presso le committenze più prestigiose, insieme al Domenichino, all'Albani e a Lanfranco alla cappella Herrera in San. Giacomo degli Spagnoli. Incide nel 1606 "Il Laocoonte". Assieme a Lanfranco nel 1607 compie la famosa serie d'incisioni tratte dalle Logge di Raffaello, da dedicare al maestro Annibale. Alla morte di Annibale nel 1609, Sisto riparte per Parma imbevuto ormai del classicismo carraccesco. Il suo ritorno in patria riaccende in lui l'interesse per Ludovico Carracci e per il Correggio. Durante questo secondo decennio decora la cupola del Duomo di Reggio (1613), nel 1614 lavora a Roma, nel 1618 è di nuovo a Parma, dove partecipa alla decorazione del teatro Farnese ed esegue alcune pale d'altare. L'ultima opera documentata del 1619 è la pala di Santa Maria delle Grazie a Parma raffigurante "L'angelo Custode". La maturità dell'artista è tuttora in parte ignota, non sappiamo esattamente quando e dove muore. Benché considerato pigro e a volte privo di inventiva, nelle sue opere migliori Sisto non ha nulla da invidiare ai suoi più illustri contemporanei con i quali fu a lungo confuso.

 

Biografia di consultazione:

 

"Sisto Badalocchio"

a cura di Massimo Pirondini.

Collana diretta da Massimo Pirondini, Merigo Art Books.

 

"La scuola dei Carracci, i seguaci di Annibale e Agostino"

a cura di Emilio Negro e Massimo Pirondini.

Artioli editore in Modena.

 

"La scuola dei Carracci dall'Accademia alla Bottega di Ludovico"

a cura di Emilio Negro e Massimo Pirondini.

Artioli editore in Modena.

 

"Parmigianino"

a cura di Cecil Gould.

Editore Leonardo.

 

"Parmigianino e il manierismo europeo"

A cura di Lucia Fornari Schianchi e Silvia Ferino-Pagden.

Silvana editoriale.

 A cura della dott.ssa Mara Bortolotto.

 

 

 

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