SCHEDA DI
APPROFONDIMENTO.
Queste schede tecniche d’antiquariato
sono state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro, con la collaborazione
della moglie Mara Bortolotto, per la rubrica mensile edita sulla rivista
“L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non
riportate.
Il processo di stampa di immagini artistiche. Storia.
Da sempre l’uomo ha cercato di inventare
sistemi per imprimere immagini. Dapprima sulle pareti delle caverne poi sulle
superfici dei vasi o sulle pareti dei templi. In questa occasione ci interessa
analizzare i sistemi adottati per produrre più copie di immagini artistiche in
piano.
Una tecnica elementare inventata dai cinesi è
considerata l'origine della stampa. Incidevano i testi classici e le immagini
sacre su grandi lastre di pietra; quindi vi applicavano sopra un foglio di
pergamena inumidita e lo pressavano con le dita affinché penetrasse negli
incavi precedentemente scolpiti, poi passavano sul retro del foglio un tampone
imbevuto d’inchiostro, facendo attenzione a non fare colare il pigmento nei
suddetti incavi sottosquadro. In questo modo ottenevano in negativo un’immagine
uguale a quella incisa; infatti risultavano bianche le
parti scolpite non inchiostrate. La stampa moderna ebbe origine
in Cina, a seguito dell'invenzione della carta, intorno al 105 d.C.
L’inchiostro, quando
si trasferisce da una matrice al foglio, inverte l’immagine; è dunque
necessario eseguire il disegno alla rovescia, in particolare se contiene
scritte; come se lo vedessimo allo specchio. Possiamo riconoscere quando una stampa è presa da un originale
proprio perché a volte non viene capovolta durante l’incisione della matrice;
anche gli stessi artisti a volte si sono sbagliati stampando ad esempio la
propria firma al contrario o facendolo volutamente come Pablo
Picasso (1881-1973). La xilografia si diffuse in Francia, Germania e Paesi
Bassi all’inizio del
La stampa calcografica
(incisione) pare essere nata contemporaneamente ed autonomamente sia in Italia
che in Germania attorno al 1430, quando il torchio a cilindri sostituì quello
verticale usato fino ad allora per la xilografia. Fu subito utilizzata per
stampe d’arte e fino alla metà dell’Ottocento è stata la principale tecnica
impiegata per esse. Le più antiche stampe
calcografiche conosciute sono quelle del 1430-45 dell’incisore detto ”il
Maestro delle carte da gioco” di Basilea. Il Vasari
(Giorgio Vasari, 1511-74) riteneva che il primato spettasse a Maso da Finiguerra (1426-64), che imprimeva su carta le sue
incisioni eseguite a niello sulle armature; certamente la tecnica calcografica
fu originariamente elaborata nell'ambito degli incisori a bulino di metalli
niellati. In essa si cimentarono in Italia con
risultati brillantissimi: Pollaiolo, combattimento di nudi (Antonio Benci detto, 1431-98.), Andrea Mantegna, baccanali
(1431-1506.), Botticelli (Sandro Filipepi, detto,
1445-1510), Verrocchio (Andrea di Cione,
detto, 1435-88), Filippo Lippi (1406-69), ecc. Alle
esperienze italiane si affiancarono quelle tedesche: del Maestro E. S., di M. Schongauer (1448-91), di Urs. Graf (1485-1527), di Daniel Hopfer
(1470-1536), di Luca da Leyda (detto anche Lucas van Leyden.
Lucas Hugenszoon,
1489-1533) e soprattutto di Albrecht Dürer (1471-1528). Durante il
Ricordiamo
in Italia l’opera di Stefano della Bella (1610-64) e del Grechetto
(Giovanni Benedetto Castiglione detto, 1610-65),
l'inventore del monotipo (tecnica che permette di realizzare una sola stampa)
Nel Settecento, accanto all'opera di Gianbattista Tiepolo,
capricci, divertimenti, fantasie (1696-1770), fiorì a Roma (Giuseppe Vasi
1710-82) e a Venezia (Canaletto, Giovanni Antonio
Canal, detto, 1697-1768; Bernardo Bellotto,
1720-80; Marco Ricci, 1676-1730) il genere della illustrazione di monumenti,
palazzi, giardini, ecc; mentre la veduta di fantasia raggiunse un vertice
insuperato a Roma nelle incisioni, carceri, di Giovanni Battista Piranesi (1720-78). In Inghilterra l'incisione ebbe i suoi
massimi esponenti, nel
Illustriamo brevemente
i vari sistemi di stampa utilizzabili in campo artistico; al fine di definire
le tecniche che saranno esposte. La stampa delle immagini in più copie da una
matrice può essere suddivisa in tre grandi categorie secondo
la forma della matrice e della collocazione che su di essa assume l’inchiostro.
Stampa in rilievo, quando le matrici
sono incise in rilievo come: nella tipografia, nella xilografia e nella linoleumgrafia (termine che indica il moderno procedimento
di intaglio di fogli di linoleum), in esse l’immagine
da stampare risulta rialzata rispetto al resto della superficie (e quindi
riceve l’inchiostro). In cavo,
quando nella superficie della matrice l’immagine da stampare consegue da tratti
incisi, che conterranno l’inchiostro; fa parte di questa categoria la
calcografia, detta più comunemente incisione. In piano, quando le parti stampanti e quelle non stampanti della
matrice giacciono sullo stesso piano; ci si riferisce prevalentemente alla
litografia. L’inchiostrazione avviene in modi diversi. Nella stampa in rilievo
l’inchiostrazione avviene in un sol tempo. In quella in cavo si distinguono due
momenti: l’inchiostrazione vera e propria, che consiste nel costringere con un
tampone l’inchiostro a riempire i tratti incisi e la successiva fase della
pulizia della superficie non stampante della matrice. In quella in piano, la
litografia, tecnica che utilizza quale matrice una particolare qualità di pietra,
si basa sulla naturale repellenza tra l’acqua che inumidisce la parte non
stampante della superficie ed i grassi componenti basilari dell’inchiostro
dell’immagine da stampare. Nella serigrafia l’inchiostro attraversa una matrice
formata da un tessuto, teso su un supporto rigido; una particolare gelatina
impedisce all’inchiostro di attraversare il tessuto nelle zone che non devono
essere stampate. Tutti i tipi di incisione hanno in comune il carattere
"industriale" del procedimento tecnico basato sulla divisione tra il
momento creativo, la preparazione della matrice, e quello esecutivo, la stampa
di esemplari in serie. L'incisione costituisce il più valido esempio di
applicazione di un procedimento industriale ad una rappresentazione artistica.
Le stampe sono destinate alla vendita al pubblico, in esse
viene a cadere il rapporto diretto tra l’artista ed il committente; da ciò
deriva la necessità di firmare l’opera per riconoscerne l’autore. In un’opera
autonoma la firma è generalmente incisa e stampata all’interno della immagine
stessa, sovente accompagnata dalla data; in alcuni casi in basso, ma sempre
all’interno del margine inferiore. Nelle stampe, che riproducono opere di
artisti, troviamo sempre all’interno della battuta (così si chiama il leggero sottosquadro
costituito dall’impronta lasciata dalla lastra) varie indicazioni. Il nome
dell’autore in basso a sinistra, seguito dalla parola latina: inventit, pinxit o delineavit, egli
è generalmente o il pittore che ha eseguito l’opera o il disegnatore che l’ha
tradotta in un disegno per l’incisore; quando compare sia il pittore che il
disegnatore, quest’ultimo è indicato in basso al centro. Quello dell’incisore,
collocato in basso a destra, è seguito da: sculpsit, incidit o fecit. A partire dal