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Nazario Sauro 14/b
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Queste schede tecniche d’antiquariato sono
state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro
per la rubrica mensile edita sulla rivista
“L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non
riportate.
Si
ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte
presso il Tribunale di Bologna (www.peritoarte.it).
Scheda di approfondimento.
Il gioco d'azzardo e i
suoi arredi. Parte seconda, l’epoca storica.
Come abbiamo
visto nella scheda precedente le carte da gioco sono documentate in Europa con
certezza dalla fine del Quattrocento. Il reperto di mazzo più antico in nostro
possesso sono due fogli non tagliati a stampa xilografica che si trovano nell’Instituto Municipal de Historia a Barcellona, che potrebbero datare alla
fine del XIV secolo. Nel Rinascimento le carte da gioco presentavano repertori
estremamente vari. Le immagini preferite dai fabbricanti erano scene di corte o
di caccia, animali fantastici, florilegi e immagini mitologiche. Sul finire del
Cinquecento, la produzione andò riducendosi a due modelli fondamentali: le
carte a semi italiani (coppe, spade, denari e bastoni) in Italia, Spagna e
Francia, quelle a semi tedeschi (foglie, ghiande, campanelli e cuori) in
Germania. Fu
solo nel 500' che i francesi introdussero la Regina nelle carte. Tali carte sono
state conosciute come il mazzo francese,
che fu il diretto predecessore del moderno mazzo a 52 carte. Le carte a semi francesi (cuori, quadri, fiori e picche)
comparvero agli inizi del Seicento, monopolizzando i mercati del Nord Europa. Dal Cinquecento furono pubblicati i
primi manuali che fissavano le regole dei vari giochi, fino allora piuttosto incerte
e diverse da una regione all’altra. Nel XVI
secolo la Germania comincia a rilasciare concessioni comunali per le case da
gioco, mentre alla corte di Enrico IV (1553-1610) sono presenti i primi
giocatori professionisti, in grado di guadagnarsi da vivere grazie al gioco
d'azzardo. Dal XVIII secolo compaiono tavoli specificatamente destinati
al gioco e in particolare a quello delle carte. Venezia rivendica il primato di
aver aperto il primo casinò legale, chiamato ridotto, fu inaugurato a Venezia nel 1638. Il Casinò di Venezia era
uno storico edificio che ospitava vari giochi di carte e poteva accedervi chiunque
avesse denaro. <I Croupiers, vestiti con la toga nera e la
grande parrucca bianca, chiamati tagliatori dalla loro funzione di tagliare il
mazzo nel gioco più famoso quello del Faraone, sono esclusivamente nobili,
spesso decaduti e bisognosi dello stipendio percepito per tale funzione. I
giocatori possono entrarvi unicamente mascherati; il che favorisce il
mischiarsi di nobili, avventurieri, dame e cortigiane. Il Maestro del Ridotto
funge da direttore e provvede alle varie esigenze dei giocatori, compreso il
prestare denaro su parola; la parola è d'altronde considerata sacra e il
prestito va reso entro il giorno successivo. Si giocano molti giochi, ma i più
diffusi sono nell’ordine il Faraone, la Bassetta, il Biribisso (antesignano
della moderna Roulette) ed il Trictrac. Si prediligono i giochi ad
alto rischio in cui conta più la fortuna che l’abilità, ma si giocano anche gli
altri come il Tressette o gli Scacchi.> (testo tratto
dal capitolo "Il gioco e la prostituzione" nel saggio "Dal
capriccio alla linea" di Pierdario Santoro, pag. 37, in "Arredi del
Settecento", Artioli editore). La conoscenza dei vari giochi costituiva
un viatico indispensabile per il gentiluomo alla moda. Il linguaggio dei giochi
era transazionale e permetteva l'introduzione nelle corti e nei salotti buoni dell'aristocrazia, era il passe-partout per
inserirsi ed essere notati. Giacomo
Casanova dichiarò di conoscere ventidue tipi di gioco. Il backgammon, come abbiamo visto nella scheda
precedente, è da considerarsi il gioco da tavolo più antico, vecchio di oltre 5000
anni. Anche in questo caso dal XVIII secolo sono creati appositi tavoli
destinati a tale gioco.. Arredi particolari sono quelli dedicati ai giochi con
le biglie. Il primo tavolo da
Biliardo di cui si ha notizia è quello ordinato, nel 1470, da Luigi XI, sovrano
di Francia. Nel testamento di un certo Francois Villon, morto nel 1489, è
descritto: <un biliardo nel quale è spinta la bilia>. Il gioco del
biliardo deriva dal gioco del bagatelle. Il Bagatelle consisteva in un piano di gioco di
legno con delle buche e degli ostacoli, costituiti da numerosi chiodi piantati
sulla tavola stessa, bisognava mandare le biglie nelle buche, colpendole con un
bastoncino simile a una piccola stecca da biliardo.
Il panno verde del biliardo ricorda il campo d'erba del croquet, da cui si sono evolute le versioni dei giochi da tavolo con
biglie. Nel Seicento si aprono le prime sale pubbliche da biliardo. In Africa
Orientale è molto diffuso il gioco del Bao,
appartenente alla categoria dei mancala. Un viaggiatore francese di nome Flacourt descrisse il
gioco del bao nel 1658, avendolo osservato giocare dai Sakalava del Madagascar.
Il nome mancala si riferisce a una famiglia di
giochi da tavolo, diffusi in gran parte del mondo (specialmente in Africa, in
Medio Oriente, in alcune zone del Sudest asiatico e in America centrale) e
spesso indicati anche come giochi di semina; infatti, quando il gioco termina,
perché tutte le case di un giocatore sono vuote, la fine è detta carestia. Dal
Settecento la costruzione di arredi specifici per il gioco continua copiosa
fino ai giorni nostri. Trattandosi di mobili di lusso essi sono generalmente
fabbricati da ebanisti, con i materiali più vari. In alcuni casi se ne
impiegano di preziosi e si producono veri capolavori di ebanisteria e d'ingegno.