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Queste schede tecniche d’antiquariato sono
state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro
per la rubrica mensile edita sulla rivista
“L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non
riportate.
Si
ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte
presso il Tribunale di Bologna (www.peritoarte.it).
Scheda di approfondimento.
Il pianoforte nel diciannovesimo secolo. Dal
romanticismo alla moderna tipologia Steinway. (1830 – 1890)
Autore: Atanasio Cecchini.
Consulenza tecnica: Orazio Cecchini.
I
pianoforti costruiti in questo periodo hanno una enorme valenza storica che è
molto importante conoscere. Dobbiamo sempre tenere ben presente che
l’elaborazione di questi pianoforti portò a risultati tecnici definitivi, dai
quali nacque il pianoforte moderno.
I
pianoforti storici del XVIII e XIX secolo costituiscono l’ambiente timbrico al
quale si indirizzò tutta la letteratura pianistica fino alla elaborazione
definitiva della tipologia Steinway tardo romantica, vale a dire fino all’ottavo
decennio dell’ottocento. Tali strumenti rappresentano oggi un vasto e prezioso
patrimonio storico, disperso e poco noto, oggetto di studio, conservazione,
restauro e riuso.
La
fiducia in un illimitato sviluppo produttivo, tipico della rivoluzione
industriale, e il culto dell’originalità, proprio dell’estetica romantica,
contribuirono a quella multiformità di esiti timbrici, estetici e tecnologici
del pianoforte, che caratterizzò tutto il periodo del romanticismo. In seguito,
già dalla fine dell’Ottocento si delineò un’accezione più univoca dell’idea
dello strumento, mettendo fuori gioco nel volgere di alcuni decenni le
molteplici tipologie pianistiche precedenti. Fino ai primi decenni del Novecento
il pianoforte non aveva un’unica fisionomia timbrica, ma convivevano diverse
tipologie, realizzate dalle varie manifatture, che caratterizzavano alcune aree
geografiche principali di produzione (Impero Austro-Ungarico, Francia,
Germania, Inghilterra e Stati Uniti). Nel diciannovesimo secolo il nuovo Mondo:
il Nordamerica aveva condizioni sociali e commerciali completamente diverse
dalla vecchia Europa. Il sistema economico era basato esclusivamente sul
profitto; la competizione industriale era esasperata e le innovazioni tecniche
si susseguivano ininterrottamente e in modo frenetico generando continue novità
e invenzioni che accelerarono enormemente l'evoluzione del pianoforte. Jonas
Chickering era un eccellente inventore e costruttore di pianoforti; nel 1830
ebbe la felice idea di associarsi con un genio della promozione industriale
come Jonh Mac-Kay che in pochi anni fece conoscere ed apprezzare i pianoforti
Chickering in tutti gli Stati Uniti.
Alla
esposizione universale di Londra del 1851 gli americani furono presenti in
maniera massiccia e si aggiudicarono diversi premi e riconoscimenti. La marea
americana invase l'Europa, Meyer di Filadelfia, Nunhs&Clark di Nuova York e
Gilbert&Company di Boston iniziarono ad esportare impetuosamente i loro
pianoforti in Europa. Altre grandi fabbriche di strumenti nascevano come
funghi, Weber, Steck, Knabe e Steinway&Sons solo per citarne alcune; la
"democrazia commerciale" americana, libera dai lacci della tradizione
tipica della nobiltà e della aristocrazia europea, generava ricchezza e
sviluppo economico in maniera iperbolica e moderna. Nel 1869 le fabbriche
statunitensi costruivano 25.000 pianoforti; nel 1910 questa produzione arrivò
allo straordinario risultato di 350.000 pianoforti: solo in America poté
essere possibile un tale risultato.
Nel
1870 Joseph P. Hale tipico "self made man" arrivò a Nuova York da
Worcester e rivoluzionò il modo di costruire pianoforti: in sostanza costruiva
i suoi pianoforti assemblandone le varie parti, tastiere, meccaniche e
componenti del mobile che precedentemente aveva commissionato a laboratori
specializzati. I costi di costruzione erano bassissimi in quanto ciascun
laboratorio era motivato a lavorare velocemente e bene; Hale inotre non aveva
costi di stoccaggio delle materie prime e pagando sempre in contanti spuntava i
migliori prezzi.
Oggi
questo sistema di produzione è scontato; ma nel 1870 rappresentava
una novità geniale! In questa terra che offriva così grandi opportunità
nacque una fabbrica, la Steinway&Sons che ha costruito e continua a costruire
strumenti talmente importanti da condizionare l'evoluzione tecnica, musicale e
commerciale del pianoforte. La storia della ditta è nota e straordinaria: il
Sig. Steinweg dalla natia Germania emigrò negli Stati Uniti diventando l’artefice
del miglior pianoforte costruito in ogni epoca. Steinway aveva ben chiaro che
per avere successo non era sufficiente solo costruire buoni pianoforti, ma era
indispensabile anche promuoverli commercialmente e in questo Steinway e i suoi
figli furono maestri. Suo figlio William Steinway, vera anima commerciale della
ditta, sviluppò una catena di punti vendita e concessionari in America e
organizzò una rete di rappresentanti in tutto il mondo.
Nel
1860 a soli sette anni dalla fondazione la fabbrica occupava già 350
persone che producevano 35 pianoforti alla settimana di cui 30 a tavolo e 5 a
coda. Gli operai e i tecnici erano prevalentemente immigrati dalla Germania e
la lingua usuale in fabbrica era il tedesco. Nel 1855, a soli due anni dalla
fondazione della fabbrica, uno “Steinway a tavolo” vinse la medaglia d’oro alla
mostra che si tenne a New York al Crystal Palace. All’epoca la partecipazione
ad eventi e fiere con la possibilità di vincere la medaglia d’oro, attribuita
al miglior pianoforte, era di fondamentale importanza per la promozione dei
prodotti. Si verificarono vere e proprie gare tra i costruttori per vincere più
concorsi e premi possibili, questo stimolava l’inventiva dei fabbricanti
obbligandoli a notevoli investimenti che in breve tempo portarono a
miglioramenti tecnici incredibili e quasi definitivi. Nel 1860 la Steinway
costruì un modello di pianoforte che può essere considerato il primo pianoforte
a coda veramente moderno. Nel 1868 la produzione era già considerevole: 50
strumenti alla settimana di cui 6 a coda, 4 verticali e 40 a tavolo. La qualità
Steinway stava conquistando i mercati di tutto il mondo. Dalla vecchia Europa
arrivavano richieste sempre maggiori di pianoforti. L’Inghilterra da sola
assorbiva migliaia di strumenti; pertanto la Steinway nel 1880 decise di aprire
una nuova fabbrica ad Amburgo in Germania. Ovviamente nell’arco di pochi anni
le produzioni di strumenti aumentarono enormemente questo sviluppo produttivo.
L’evoluzione
del pianoforte registrò una enorme accelerazione nella seconda metà dell’Ottocento,
trainata sia dalla grande ricerca dei costruttori tra i quali primeggiò
Steinway, sia dalla enorme espansione commerciale e industriale che
caratterizzò gli Stati Uniti e l’Europa in quel periodo. L’impetuosa domanda di
pianoforti portò la Steinway ad aumentare notevolmente la produzione fino a
raggiungere i 2000 strumenti all’anno. La richiesta di mercato era tenuta
continuamente alta, sia con la ricerca tecnologica che mirava a produrre nuovi
modelli sempre più sofisticati, sia con strategie commerciali. I telai vennero
fusi in un blocco unico per poter sopportare le maggiori tensioni delle corde e
nel volgere di pochi anni lo Steinway divenne lo strumento da concerto di
riferimento superando e rendendo obsoleti tutti i pianoforti di tipologia
romantica: era nato il pianoforte moderno.