Bologna, via
Nazario Sauro 14/b
Tel. 051260619
3356635498 3358495248
Queste schede tecniche d’antiquariato sono
state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro
per la rubrica mensile edita sulla rivista
“L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non
riportate.
Si
ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte
presso il Tribunale di Bologna (www.peritoarte.it).
Scheda di approfondimento.
Mitologia,
allegorie: greco-romane. Seconda parte.
Come nella scheda precedente
affrontiamo il tema fondamentale nell’arte della mitologia. Forniamo delle
veloci indicazioni sia per identificare di quale personaggio si tratta, ma
soprattutto sul suo aspetto e sugli attributi, che gli sono più comuni, in modo
da poter verificare se nel manufatto non vi siano state sostituzioni. Nelle
fusioni di bronzo antiche, sia di statue autonome, che di quelle poste a decoro
di orologi, specchiere, ecc. spesso tali accessori erano fusi a parte e fissati
con dadi e viti. Durante le varie vicissitudini, facilmente si potevano
allentare tali viti, con la perdita di pezzi. Testimoniano tali mancanze la
presenza di fori. Sovente la perdita è stata camuffata con la sostituzione di
quanto mancante con elementi recuperati da altri soggetti. Raramente ciò è
avvenuto con la stessa tipologia originale. Quando un accessorio non è congruo,
è stato sicuramente sostituito.
Divinità
specificatamente romane.
Giano:
raffigurato vestito, bifronte; protettore delle abitazioni, delle porte delle
città, dei confini.
Saturno-Crono:
vestito. Saturno divinità laboriosa, porta un falcetto ed una spiga di grano;
confuso spesso con Crono, padre di Giove e marito di Rea, dio alato del tempo,
che porta una falce ed una clessidra (Molto presente sulle pendole Luigi XIV ricordiamo
il Saturno di Goya al Prado, raffigurato, mentre divora i figli.).
Vesta:
vestita, protettrice dello stato; accudita dalle Vestali, sacerdotesse votate
alla castità. Appare in piedi o seduta sempre composta e serena.
Eroi
e Titani.
Antigone:
vestita. Figlia di Edipo e di Giocasta; condannata a morte è raffigurata
inginocchiata, mentre implora il padre. Oppure trasformata in cicogna da Era
gelosa della bellezza dei suoi capelli.
Atlante:
nudo; condannato da Zeus a sostenere sulle spalle la volta del cielo.
Raffigurato con sulle spalle un globo. (Vedi la statua del Museo di Napoli).
Bellerofonte:
gli fu donato Pegaso grazie al quale riuscì in numerose imprese. Morì
disarcionato da Giove, quando tentò di conquistare l’Olimpo.
Edipo:
tra le sue imprese l’uccisione della Sfinge, che uccideva chi non rispondeva al
suo famoso enigma (quale animale cammina a quattro zampe da giovane, a due da
adulto, a tre da anziano? L’uomo). (La sfinge greca contrariamente a quella
egizia ha testa di donna e porta le ali).
Ercole-Eracle:
nudo; sposo di Ebe. Famose le sue dodici fatiche. 1) La lotta contro il leone
di Nemea. Dopo averlo strangolato ne indossò la pelle. 2) L’uccisione dell’idra
di Lerna. Serpente a sette teste 3) la cattura del cinghiale di Erimanto. 4) La
cattura della cerva di Cerinea, sacra ad Artemide. 5) la sconfitta degli
uccelli di Stinfalo. 6) Il furto del cinto di Ippolita, regina delle amazzoni.
7) Ripulimento delle stalle di Augia. 8) la cattura del toro di Creta. 9) la
cattura delle cavalle di Diomede. 10) Il furto dei buoi di Gerione. Durante
questa impresa egli divise i monti Abila e Callipe e vi piantò in mezzo due
colonne (le colonne dello stretto di Gibilterra) 11) la conquista dei tre pomi
aurei delle Esperidi. 12) La cattura di Cerbero. Ercole è raffigurato con testa
piccola, corpo da gigante, nudo o con indosso la pelle di leone; porta sempre
la clava. (Famoso l’Ercole Farnese del Museo nazionale di Napoli. Rinvenuto
alle terme di Caracala).
Giasone:
nudo; famosa l’impresa degli Argonauti per la conquista del vello d’oro
(comunemente Toson d’oro, che era la pelle della capra Amaltea), per la cui
riuscita Giasone, aiutato da Medea, uccise il dragone che ne era posto a
difesa.
Orfeo:
vestito. Sposo di Euridice; il miglior citaredo dell’antichità e per questo
prediletto d’Apollo, che insieme a Mercurio gli donarono la cetra. Ricordiamo
il mito di Orfeo ed Euridice sua sposa; in cui per strapparla all’Ade egli con
il suo canto riuscì a commuovere perfino gli dei infernali.
Perseo:
figlio di Giove e di Danae; uccisore della Medusa-Gorgone, il cui sguardo aveva
il potere di pietrificare. La testa della Medusa appare spesso in arte, poiché
si riteneva allontanasse le sventure. (famosa
Priamo:
re troiano; raffigurato spesso mentre prega Achille di restituirgli il corpo
del figlio Ettore.
Prometeo:
uno dei Titani. Creò dal fango l’uomo e gli donò il fuoco, dopo averlo rubato a
Giove, e da questi, per averlo ingannato, fu condannato ad essere incatenato ad
una rupe ove un’aquila gli mangiava il fegato, che eternamente gli ricresceva.
Psiche:
sposa di Amore-Cupido; spesso raffigurata con le ali di farfalla e fra le mani
un cofanetto di gioielli (allusione al cofanetto di Persefone, che ella curiosa
aprì, cadendo per questo in un sonno interminabile, causato dai vapori stigi in
esso contenuti) od una lucerna (da ella usata per scorgere il volto di Amore
addormentato). Essendo uno dei miti più belli dell’antichità fu tra i più
rappresentati in molteplici versioni.
Arpia:
mostro alato con corpo di uccello e testa di donna.
Chimera:
mostro con testa di leone, corpo di capra e coda di drago.
Fauno:
divinità campestre con piede caprino.
Galatea:
Nereide, dalle bianche membra, rappresentata nuda; amante di Polifemo.
Le tre Grazie-Cariti: nude o
vestite. Figlie di Giove e di Eunimone: Aglalia, Eufrosine e Talia. Divinità
portatrici delle gioie della vita; raffigurate mentre danzano abbracciate.
(Famose quelle eseguite da Canova)
Moire-Parche:
vestite. Figlie della Notte; divinità del destino: Cloto regge il gomitolo,
Lachesi il fuso e Atropo taglia il filo della vita.
Nereidi: divinità marine; su
delfini o cavalli marini (vedi la statua della galleria degli Ufizi a Firenze).
Tetide ne dirige il coro. Formano il corteo di Venere, di Diana e d’Anfitrite.
Ninfe:
divinità della natura, Naiadi, Oreadi, Driadi; fanno parte dei cortei di Bacco e
di Venere.
Sirene: le muse del mare; in
antico avevano la parte superiore di donna e l’inferiore d’uccello, poi di
pesce. Ricordiamo tra di loro Partenope, che diede il nome a Napoli.
Tritone: figlio di Poseidone e
Anfitrite; dapprima considerata un’unica divinità, più tardi diventano diversi
Tritoni. Con busto d’uomo, parte inferiore di pesce, al posto delle braccia
zampe di cavallo (vedi il gruppo al Museo Vaticano). Suonano una conchiglia
marina; accompagnano il carro d’Anfitrite.
Zefiro: uno dei quattro venti.
Raffigurato nudo con fiori e ghirlande; rappresenta il vento di ponente, dolce e benevolo. Condusse a riva Venere ed
elevò Psiche al palazzo d’oro dove stava Amore.