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Nazario Sauro 14/b
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Queste schede tecniche d’antiquariato sono
state scritte dall’antiquario Pierdario Santoro
per la rubrica mensile edita sulla rivista
“L’Informatore Europeo”. L’originale è corredato da foto e didascalie, qui non
riportate.
Si
ringrazia per la collaborazione la Professoressa Mara Bortolotto, perito d'Arte
presso il Tribunale di Bologna (www.peritoarte.it).
Scheda di approfondimento.
Il legno parte quarta, la modernità,
dal XIX secolo alla seconda guerra mondiale.
Con la rivoluzione industriale
anche le tecniche di lavorazione dei mobili subirono profonde progressive
trasformazioni. Migliorarono di pari passo i trasporti. Durante il decennio
1830-40 si realizzarono profonde trasformazioni, che mutarono profondamente il
mondo occidentale. (Foto 1) Basti pensare che prima si viaggiava solo in
carrozza, poi in treno (Il 27 settembre 1825 la Locomotion
n.1 trainò il primo treno commerciale della storia, sulla tratta tra Stockton on Tees e Darlington.), per un ritratto era necessario un pittore,
poi il fotografo, prima la vela poi il vapore (Nel 1838, il Sirius
fu la prima nave ad attraversare l'Atlantico usando solo il vapore. È del 1843
la prima nave interamente metallica), la doratura elettrolitica è brevettata
nel 1834, ecc. sempre dal 1830 al 900’ il potere d’acquisto degli operai
aumentò di dieci volte, segno del generale progresso e della creazione di un
mercato più ampio. (Foto 2)
Nello specifico le placcature
furono segate con grandi seghe circolari in Francia e in Inghilterra a cominciare
dalla fine del XVIII secolo, in Italia la prima fu introdotta a Firenze nel
1841. Nel 1806 le prime sfogliatrici meccaniche furono introdotte in
Inghilterra. Nel faubourg Saint-Antoine
a Parigi, come in altri luoghi, molti artigiani non disponevano della forza
motrice, costituita prima dell’avvento del motore elettrico da una macchina a
vapore; affittavano allora uno spazio in un’officina che ne era munita e
collegavano il proprio strumento all’albero motore con una puleggia. Dopo la
rivoluzione, le imperanti teorie razionaliste portarono all’abbandono dei
mobili mossi, considerati appannaggio dell’Ancien Règime; con la creazione di
arredi con strutture lineari, che nelle intenzioni dovevano essere meno
costosi, prodotti per il popolo. In realtà i mobili di corte divennero, se
possibile, ancor più dispendiosi per l’introduzione di decori di metallo dorato
molto complessi. (Foto3) Durante il XIX secolo per la prima volta cominciò per
la media borghesia una produzione di arredi a costi più contenuti, ma con
ricercati effetti decorativi. La sostituzione della segatura a mano delle
impiallacciature con quella meccanica abbatté i costi; la tranciatura eliminò i
consistenti sprechi (basti pensare che le lame avevano spessori varianti da 1 a
tre mm.). La tranciatura avveniva grazie a pesanti coltelli, che affettavano il
tronco ammorbidito mediante ebollizione (oggi si usano getti di vapore ad alta
pressione), permettendo spessori di alcuni decimi di mm. La sfogliatura (derullati) consiste nel tranciare i tronchi non
perpendicolarmente, ma tangenzialmente, come si fa pelando una patata; questo
metodo è utilizzato soprattutto per le radiche dalla seconda metà del secolo ed
è riconoscibile per il diverso disegno dell’essenza, tipico ad esempio di molti
arredi Decò. Con lo stile Biedermeier si ricorse all’utilizzo di essenze
locali, componendole in disegni decorativi. Un altro sistema per risparmiare fu
quello di ricorrere alla sagomatura dei piani, che facevano apparire il mobile
mosso, ma poteva essere realizzata molto velocemente, essendo eseguita
semplicemente tagliando i piani e fornendoli di una cornice. L’avvento della
doratura galvanica abbatté il costo delle decorazioni metalliche, che potevano
inoltre essere realizzate con materiali a più basso punto di fusione; essendo
essa realizzata a freddo. Sempre con deposizione elettrolitica si realizza la
galvanoplastica o galvano formatura. Si deposita uno spesso strato di rame
all’interno di una forma (stampo) rivestita con una vernice conduttrice; in
questo modo si possono ottenere un numero indefinito di oggetti procedendo poi
a una doratura galvanica o alla patinatura nel colore desiderato. Tali
manufatti sono riconoscibili dallo spessore uniforme, dal supporto che è sempre
di rame, dalla presenza del decoro riprodotto anche sul retro, dall’assenza di
segni di sbalzo e da una caratteristica granulosità. (Foto 4)Soprattutto dalla
seconda metà dell’Ottocento furono prodotti in questo modo molte maniglie e
decori per mobili. Si realizzarono oggetti, anche di grandi dimensioni, di
gesso o di ceramica rivestiti di rame.
Nuovi materiali furono
inventati o prodotti in quantità maggiori. Come il règule,
il princisbecco o similoro, lega di rame, zinco, e stagno dal colore simile
all'oro; tale lega era usata principalmente per tutte quelle lavorazioni di
poco valore ma appariscenti (fu inventata da Christopher Pinchbeck,
1670-1732, orologiaio inglese.), ecc. Grande diffusione conobbe la cartapesta o
papier-mâché (carta
masticata, denominazione brevettata in Inghilterra nel 1816), che utilizza
carta spugnosa o, per la produzione più corrente, polpa di carta pressata negli
stampi e si differenzia dalla cartapesta in quanto se ne ottiene l’indurimento
con la cottura. Essa si prestava a molti diversi utilizzi sostituendo il più costoso
legno e anticipando con la sua duttilità i prodotti industriali successivi come
il compensato stampato e i materiali sintetici, come quelli plastici. Si
ricorreva a ogni tipo di decorazione sia manuale, che con deposizione
elettrolitica. Per esempio s’imitava l’intarsio in madreperla, applicando un
sottile strato di madreperla, coprendone le parti che si volevano salvare con
vernici ed eliminando con acido le restanti non protette dalla vernice. (Foto
5) Michael Thonet impiantò, dopo alterne vicende, la sua prima famosa fabbrica,
per la produzione di mobili di legno curvato a caldo, a Koritschan
in Moravia nel 1856, già nel 60’ impiegava trecento persone e produceva
duecento pezzi il giorno. Poco dopo per far fronte alle richieste aprì una
seconda fabbrica sempre in Moravia, qui diede inizio alla produzione della
famosa sedia modello 14, il pezzo più diffuso in assoluto. La penuria di
materiale lo obbligò ad acquistare intere foreste in Ungheria e a impiantarvi
una terza fabbrica. Per mantenere alta la richiesta si arrivò nell’ultimo
catalogo, edito alla fine della I guerra mondiale, a ben 1400 modelli diversi,
contro i 25 del 59’. Il motivo di quello che fu il più grande successo del
secolo con la produzione complessiva in quarant’anni di oltre quarantacinque
milioni di pezzi, risiedeva in molteplici motivazioni. La prima economica per
un prodotto poco costoso, ma di grande praticità. La seconda, forse ancor più
importante, culturale, per una linea elegante senza tempo e tanto essenziale da
poter essere collocata ancor oggi quasi ovunque, dai locali pubblici a quelli
privati. (Foto 6) Dalla metà del secolo si è prodotto il compensato (multistrato) realizzato incollando più fogli derullati con le venature disposte perpendicolarmente
alternate, in modo da compensare le
tensioni tipiche dell’essicazione e ottenere lastre di vario spessore. Esso era
considerato un materiale moderno (il cui costo è anche oggi superiore a quello
dei semplici assi) e fu impiegato per le pannellature dei mobili, anche di
quelli storicisti decorati da imponenti parti scolpite in massello di noce.
L’Ottocento ricercò l’effetto e l’apparenza spesso a scapito della qualità; ma
produsse anche capolavori d’intarsio e intaglio come quelle dei Falcini e dei Pogliani. (Foto 7)
Con l’Art nouveau, la ricerca sui materiali si estese
al vetro e ai metalli. Il Novecento vide fino alla seconda guerra mondiale la
ricerca di materiali preziosi ed esotici, che richiedevano approfondite
conoscenze e virtuosismo. Citiamo il Galuchat (dal
nome del suo primo utilizzatore il francese
Jean-Claude Galuchat nel
1769, pelle di squalo (Scyliorhinus
canicula detto anche gattuccio) o di razza (Dasyatis Sephen), utilizzata per il rivestimento dei
pannelli dei mobili sia bianca, che tinta. La pergamena (detta anche cartapecora
dalla pelle dell’animale con cui si realizza) usata come il galuchat.
Le resine fenoliche come la bachelite (fu sintetizzata per la prima volta da
Leo Baekeland nel 1907), e ancora la formica
(inventata nel 1913 da Herbert A. e Daniel J. O’Connor),
che dal 1927 è il noto laminato decorativo.
Per approfondimenti vedi il
saggio dell’autore “Ottocento la base della modernità” in “Arredi
dell’Ottocento” Artioli editore, Modena.