Cod: 432660
PAISAGEM. ESCOLA ROMANA FINAL DO SÉCULO XVII
Autor : SEGUACE nei modi DI CARLO ANTONIO TAVELLA
Época: Século XVII

«Paesaggio con capre, armenti e viandanti al guado” Reintelato con tela di rinforzo.

SEGUACE nei modi DI CARLO ANTONIO TAVELLA del periodo romano.

Il dipinto è in buon stato di conservazione, corredato di una bella cornice dorata antica (sulla quale sono presenti alcune lievi abrasioni). Un restauro di pulitura dell’opera, renderebbe più leggibile il dipinto e ne aumenterebbe il valore commerciale.

Misure tela cm h. 62x75 con cornice 83x96.

L’analisi stilistica della tela, ci permette di trovare delle correlazioni con alcuni dipinti di

Carlo Antonio Tavella (Milano, 1668 – Genova, 1738) pittore italiano del periodo barocco

Foto b Nel viandante curvo sul bastone, eseguito con poche precise pennellate, di grande effetto e maestria, in contrasto con la luce che le fa da cornice ritroviamo anche una relazione con alcune figure del Tempesta.

Foto c Personaggi, contadini intenti a guadare un fiume con i loro armenti, l’alto albero posizionato al centro del dipinto (spesso anch’esso presente e in posizione centrale, nelle opere del Tavella) con la roccia  che sembra sfidare l’osservatore. Il tutto crea un punto centrale nella rappresentazione, dai lati partono due diverse prospettive di un paesaggio lontano; uno a sinistra evidenziato con maestria dal viandante, che si avvia verso il paese disegnato all’orizzonte, e sulla sinistra è delineata l’dea di un ruscello che porta verso un fiume.

L’opera di Carlo Antonio Tavella, le sue creazioni pittoriche furono sicuramente determinate dall’artista durante i suoi soggiorni in centro Italia, e profondamente influenzate dall’aulico linguaggio del Tempesta.

La produzione pittorica di Tavella appare contraddistinta da un linguaggio uniforme, spesso ripetitivo, per soddisfare una committenza che gradiva le sue pacate ed armoniose composizioni. La presenza umana, sacra, mitologica o semplicemente contadina, è spesso inserita in ampi paesaggi classicheggianti, che rivelano un puntuale rapporto con gli esiti romani di Claude Lorrain e Gaspard Dughet, forse conosciuti dal pittore anche direttamente in occasione di un suo probabile viaggio a Roma.