Cod: 370338
80. Bottega di Mario Pupini, 1511-75. “Cristo appare risorto a Maria Maddalena”.
No entry: Cinquecento

Bottega di Mario Pupini).Scuola Bolognese fine XVI secolo. Dipinto ad olio su tavola di pioppo.

Misure cm h. 85x83.

Cristo presenta il vessillo della resurrezione a Maria.

Dietro di lui i futuri risorti, tra cui in primo piano Giovanni Battista.

In alto a sinistra, le tre Marie scoprono il sepolcro vuoto, al centro l’incontro di Cristo con Maria e a destra il coro di angeli canta il Regina Coeli, mentre su di loro risuona l’aria del canto con le prime parole: Regina caeli, laetare, alleluia. Quia quem meruisti portare, alleluia. (Regina del cielo, rallegrati, alleluia: Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,).

Nella scritta al posto del latino coeli è scritto celi, come d'altronde scriveva il francescano James Ryman nelle sue odi alla fine del 400’.

Il Regina Coeli è di autore ignoto dell’X secolo. Dal 1742, viene anche cantata o recitata, sempre nel tempo pasquale, in sostituzione dell'Angelus «all'aurora, a mezzogiorno e al tramonto».

Ispezionato alla lampada di Wood, vedi foto sotto allegate, presenta alcuni inteventi di restauro.

 

BIOGRAFIA

L'attività di Biagio Pupini, detto anche Biagio delle Lame, esponente del manierismo di area bolognese, è documentata dal 1511 al 1575. Si formò con ogni probabilità nella bottega di Francesco Francia e ha più tardi collaborato con Bartolomeo Ramenghi, detto Il Bagnacavallo, agli affreschi della chiesa di San Pietro in Vincoli, a Faenza, chiesa che fu poi distrutta. Nel 1519 gli furono commissionati cartoni per le vetrate della Cappella della Pace, nella basilica di San Petronio, a Bologna, per cui dipinse una pala d'altare con Vergine col Bambino e santi (1524), oggi in collezione privata. Le sue dolcissime Madonne sono ispirate all'arte di Parmigianino.

Nell'Oratorio di Santa Cecilia, a Bologna, il dipinto Cecilia e Valeriano incoronati da un angelo e Cecilia disputa col prefetto Almachio sono attribuiti ad una stretta collaborazione fra il Bagnacavallo e Biagio Pupini. Nel Collegio di Spagna in Bologna Pupini, ad affresco, ha realizzato una Sacra Famiglia con santa Elisabetta, san Giovannino ed Egidio Albornoz, composizione ispirata a Raffaello.

Nel 1525, insieme a Girolamo da Carpi, ha decorato la sacrestia della chiesa di San Michele in Bosco, con le figure degli Evangelisti e con episodi del Vecchio Testamento, in uno stile ispirato a Polidoro da Caravaggio. Nel 1536 ha collaborato alle decorazioni della Villa d'Este a Belriguardo - detta la Delizia di Belriguardo - insieme ad altri artisti, tra cui Benvenuto Tisi da Garofalo, Battista Dossi, Camillo Filippi e Girolamo da Carpi. A Bologna ha lavorato per la chiesa di San Giuliano, per la Basilica di San Giacomo Maggiore (dove il dipinto Sant'Orsola con le compagne, 1551 circa, già attribuito a Biagio Pupini, è stato poi assegnato di Giacomo Raibolini, figlio di Francesco detto Il Francia) e per la chiesa di Santa Maria Labarum Coeli.

Nella raccolta di disegni di Giorgio Vasari erano compresi due disegni di Bagio Pupini: Ultima Cena e Sacra Famiglia con angeli e santi, oggi conservati al Louvre, dove sono presenti anche altri disegni di Pupini, fra cui Ruggiero libera Angelica e Angelica porta alla bocca l'anello magico[1]. Il suo dipinto Madonna col Bambino e san Giovannino è alla Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Firenze. Altri suoi disegni sono al Metropolitan Museum.

Nel 1535 Biagio Pupini fu eletto consigliere della città di Bologna e nel 1546 massaro della Compagnia delle Quattro Arti. Nel 1575 risulta iscritto alla Compagnia dei Bombasari e Pittori, data dopo la quale cessano informazioni che lo riguardano.

L'attività di Biagio Pupini, detto anche Biagio delle Lame, esponente del manierismo di area bolognese, è documentata dal 1511 al 1575. Si formò con ogni probabilità nella bottega di Francesco Francia e ha più tardi collaborato con Bartolomeo Ramenghi, detto Il Bagnacavallo, agli affreschi della chiesa di San Pietro in Vincoli, a Faenza, chiesa che fu poi distrutta. Nel 1519 gli furono commissionati cartoni per le vetrate della Cappella della Pace, nella basilica di San Petronio, a Bologna, per cui dipinse una pala d'altare con Vergine col Bambino e santi (1524), oggi in collezione privata. Le sue dolcissime Madonne sono ispirate all'arte di Parmigianino.

Nell'Oratorio di Santa Cecilia, a Bologna, il dipinto Cecilia e Valeriano incoronati da un angelo e Cecilia disputa col prefetto Almachio sono attribuiti ad una stretta collaborazione fra il Bagnacavallo e Biagio Pupini. Nel Collegio di Spagna in Bologna Pupini, ad affresco, ha realizzato una Sacra Famiglia con santa Elisabetta, san Giovannino ed Egidio Albornoz, composizione ispirata a Raffaello.

Nel 1525, insieme a Girolamo da Carpi, ha decorato la sacrestia della chiesa di San Michele in Bosco, con le figure degli Evangelisti e con episodi del Vecchio Testamento, in uno stile ispirato a Polidoro da Caravaggio. Nel 1536 ha collaborato alle decorazioni della Villa d'Este a Belriguardo - detta la Delizia di Belriguardo - insieme ad altri artisti, tra cui Benvenuto Tisi da Garofalo, Battista Dossi, Camillo Filippi e Girolamo da Carpi. A Bologna ha lavorato per la chiesa di San Giuliano, per la Basilica di San Giacomo Maggiore (dove il dipinto Sant'Orsola con le compagne, 1551 circa, già attribuito a Biagio Pupini, è stato poi assegnato di Giacomo Raibolini, figlio di Francesco detto Il Francia) e per la chiesa di Santa Maria Labarum Coeli.

Nella raccolta di disegni di Giorgio Vasari erano compresi due disegni di Bagio Pupini: Ultima Cena e Sacra Famiglia con angeli e santi, oggi conservati al Louvre, dove sono presenti anche altri disegni di Pupini, fra cui Ruggiero libera Angelica e Angelica porta alla bocca l'anello magico[1]. Il suo dipinto Madonna col Bambino e san Giovannino è alla Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Firenze. Altri suoi disegni sono al Metropolitan Museum.

Nel 1535 Biagio Pupini fu eletto consigliere della città di Bologna e nel 1546 massaro della Compagnia delle Quattro Arti. Nel 1575 risulta iscritto alla Compagnia dei Bombasari e Pittori, data dopo la quale cessano informazioni che lo riguardano.